Cerca nel blog

venerdì 21 maggio 2010

Pulvis et umbra sumus

O Poesia, dolce e aromatica alleviazione dei nostri tormenti
In tutti i miei più neri momenti nel tuo accogliente grembo mi ricaccio
Esplorandone le vie più lugubri e spettrali
Sperimentandone i modi più inconsueti e venali.
Ridestandomi dal freddo sopore del tedio
Entro nei caldi e familiari ambienti del lirico assedio
In cui ogni più disperata immaginazione prende forma
E si volatilizza ogni ragionevol norma.
Le caduche reminescenze dell'innocente levità
Si frantumano nel torbido uragano delle iperboliche velleità
Che sembrano trafiggere di spine il mio cuore palpitante
Che sotterrano del mio animo qualsivoglia istanza esultante.
Nella sepolcral cripta dei ricordi
S' inseriscono delle parole i dissonanti accordi
E le sottili trame della loro sulfurea patina estetica
Riempiono d' inane fecondità la mia brama aedica.

0 commenti:

Posta un commento